Adeguandosi alla direttiva europea, l’Italia cancella un sistema distorsivo del mercato agricolo
Le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari sono ufficialmente vietate nel nostro Paese. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il Decreto Legislativo che attua la Direttiva Europea del Parlamento e del Consiglio Ue in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, in cui è inserito il divieto della vendita di prodotti agricoli e alimentari, attraverso il ricorso a gare e aste elettroniche a ribasso.
Il meccanismo delle aste elettroniche inverse, o al doppio ribasso, è una pratica di acquisto alla quale alcuni gruppi della Grande distribuzione organizzata (Gdo) ricorrono per assicurarsi la fornitura di diverse varietà merceologiche. Nel nostro Paese le aste al doppio ribasso venivano utilizzate per diversi prodotti, tra cui passata di pomodoro, olio, caffè, legumi, conserve di verdura.
La partecipazione all’asta avviene a seguito di una prima convocazione via e-mail da parte della Gdo, che chiede a tutti i fornitori di proporre un prezzo per la vendita di un determinato stock di merce. Raccolte tutte le offerte, il committente convoca un nuovo tender utilizzando quella più bassa come base d’asta. Effettuando il login su una piattaforma digitale, senza sapere chi siano gli altri partecipanti, il fornitore ha pochi minuti per competere, ribassando ulteriormente nel tentativo di assicurarsi la commessa.
«È un risultato storico – ha commentato Fabio Ciconte, direttore dell’associazione “Terra!” che dal 2016 conduceva una battaglia per l’abolizione di questo sistema – fermare le aste al doppio ribasso è un chiaro segnale alla Grande distribuzione organizzata (GDO) e restituisce dignità agli attori della filiera alimentare. Le aste hanno costretto i produttori a competere selvaggiamente per assicurarsi il contratto con la catena di distribuzione, in una guerra che spinge i prezzi verso il basso e scarica i suoi effetti dannosi sugli ultimi anelli della filiera, cioè agricoltori e braccianti».
Aggiunge il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni: «Da anni, insieme all’Associazione Terra!, a partire dalla campagna #astenetevi, abbiamo portato avanti una battaglia per dire no ad una pratica distorsiva: le aste al doppio ribasso sono sbagliate perché il prezzo giusto è quello che tiene dentro il rispetto dei contratti, la qualità del lavoro e la qualità del prodotto».