Grazie al ‘Ceta’ sono aumentate le esportazioni, soprattutto agroalimentari, e gli investimenti
Entrato in vigore nel settembre del 2017, il “Comprehensive economic and trade agreement” tra Canada e Unione Europea, conosciuto per il suo acronimo Ceta, ha cambiato il commercio tra i due sottoscrittori portando all’Italia grandi benefici con un ritmo di crescita medio annuo, tra il 2017 e il 2021, del +5,5%.
Malgrado alcune sigle del mondo agricolo avessero a suo tempo espresso critiche e contrarietà all’accordo, la parte principale dell’export, secondo quanto rende noto Sace, è costituita dal settore alimentare italiano: tassi di esportazione merci superiori all’80% si riscontrano per comparti quali prodotti alimentari lavorati, piastrelle in ceramica e lavori in vetro e pietra, mentre per settori come tessile e abbigliamento, calzature e mezzi di trasporto il tasso è inferiore, ma pur sempre intorno al 65%.
Negli ultimi cinque anni, anche grazie all’alimentare, il Canada è diventato la decima destinazione dell’export italiano al di fuori dell’Ue guadagnando quattro posizioni. Anche i dati parziali di quest’anno confermano tale buona dinamica: +28,8% per l’export italiano nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Circa il 60% dei beni italiani importati dal Canada, corrispondente a 3,7 miliardi di Euro nel 2020, è soggetto a un dazio pari a zero secondo la Mfn, la Clausola della nazione più favorita: la restante parte, invece, è ammissibile nel regime preferenziale Ceta.
Non solo l’export di beni ha tratto vantaggio dall’accordo. Dal 2018, primo anno completo dall’applicazione del Ceta, si sono registrati significativi flussi di investimenti italiani diretti in Canada: in media annua, 500 milioni di Euro tra 2018 e 2021 contro 153 milioni nel periodo 2014-2017. Nel 2021 lo stock di investimenti ha raggiunto 4,5 miliardi di Euro.
Le facilitazioni concesse alle imprese europee per accedere agli appalti e investire in questo mercato continuano a offrire importanti opportunità alla luce anche dei piani infrastrutturali promossi dal Paese: ad esempio, quello del Québec 2022-2032 è di ben 142,5 miliardi di dollari.