Anche terreni di interesse ecologico saranno seminati a grano per sostituire quello dall’Ucraina
Confagricoltura fa sapere che, per compensare le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, nelle aree di interesse ecologico (EFA) potranno essere coltivati anche i cereali e, quindi non solo le colture azotofissatrici (soia, erba medica, leguminose foraggere), come inizialmente proposto dalla Commissione europea.
In questo modo sarà possibile aumentare i raccolti di mais, uno dei prodotti più colpiti dalla crisi in atto. Secondo i dati della Commissione, oltre la metà del mais importato dagli Stati membri arriva dall’Ucraina.
«È un importante passo avanti nella direzione da noi auspicata – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Nel corso degli incontri che ho avuto a Bruxelles in questi giorni ho sottolineato l’esigenza di utilizzare in via straordinaria tutto il potenziale produttivo dell’agricoltura europea, per garantire le forniture all’interno e contribuire ad evitare una crisi alimentare a livello globale, in considerazione dell’inevitabile contrazione dei raccolti in Ucraina».
Le esportazioni agroalimentari ucraine sono ammontate lo scorso anno a 27 miliardi di dollari. L’export di mais, in particolare, ha inciso per il 13% sul totale degli scambi internazionali, quello del grano per il 9%. Per gli olii vegetali, in particolare quello di girasole, si sale quasi al 50%.
«In aggiunta alla massima flessibilità per la crescita delle produzioni – continua Giansanti – abbiamo chiesto un intervento finalizzato a compensare l’aumento senza precedenti dei costi di produzione delle imprese agricole. Finora la Commissione ha proposto di fare ricorso alla riserva di crisi, che è alimentata dalle trattenute sugli aiuti diretti della PAC, con la possibilità di un cofinanziamento nazionale fino al 200%.
Non sono previste risorse aggiuntive della UE. Occorre, invece, mobilitare maggiori fondi nel bilancio dell’Unione in misura proporzionata alla gravità della crisi e alla necessità di garantire ai cittadini europei la sicurezza alimentare. Il nostro vivissimo auspicio è che il conflitto si concluda il più presto possibile, ma le conseguenze sui mercati agricoli si estenderanno fino al prossimo anno».