Crollati gli introiti e la liquidità per la chiusura dei negozi, il sistema moda deve ripensarsi
Il quinto report “The State of Fashion” sviluppato da The Business of Fashion insieme a McKinsey e focalizzato sugli effetti che il Covid-19 sull’industria fashion valuta che la pandemia inciderà negativamente per 2,5 trilioni di dollari sul valore generato dal sistema moda globale. Con un primo, immediato effetto sulla capitalizzazione di mercato media dei player di abbigliamento, moda e lusso che è scesa quasi del -40%, molto più dell’intera borsa.
La chiusura prolungata dei negozi fisici causerà all’80% delle aziende di moda quotate in borsa in Europa e Nord America enormi problemi a livello di liquidità, il che si unisce al fatto che, secondo l’analisi dell’MGFI (McKinsey Global Fashion Index), il 56% delle aziende mondiali di moda non stava recuperando il costo del capitale nel 2018: tradotto, la previsione è che moltissime saranno destinate a fallire nei prossimi 12-18 mesi.
Si aggiunga poi che il 75% degli acquirenti negli Stati Uniti e in Europa è convinto che la propria situazione finanziaria sarà influenzata negativamente per più di due mesi, e per tale motivo tende a dare la priorità ai beni di prima necessità.
«Nessuna azienda supererà la pandemia da sola – sostiene Imran Amed, fondatore e CEO di BoF – I fashion players dovranno condividere dati, strategie e approfondimenti su come navigare in mezzo alla tempesta, anche tra concorrenti. La crisi è un catalizzatore che obbligherà l’industria a un cambiamento: è il momento di prepararsi a un mondo post-coronavirus».
La pandemia potrebbe essere un’opportunità per ridefinire i modelli di business del fashion e costruire un futuro più sostenibile e interamente digitale. Secondo Matthew Drinkwater, a capo della Fashion Innovation Agency (FIA): «Il COVID-19 sta costringendo i marchi a impegnarsi e sperimentare tecnologie immersive. Siamo stati inondati di richieste su come creare abbigliamento virtuale, nonché passerelle e showroom virtuali. Tornare a una normalità pre-coronavirus non è un’opzione: integrare tutte le forme di digitalizzazione, dalla catena di approvvigionamento e creazione, fino al visual merchandising e alla vendita al dettaglio è il requisito fondamentale per la sopravvivenza di un brand. E abbracciare le tecnologie capaci di renderlo più forte è diventato un imperativo categorico da cui è impossibile fuggire».